Scheda tecnica

documentario - 52'/70' - 2016 - in produzione

regia: Katia Bernardi
fotografia: Sebastiano Luca Insinga e Nicola Cattani
suono: Marco Troiano e Gabriele Borghi
montaggio: Diego Volpi
musiche: Ezio Bosso, Matej Mestrovic, Andrea Gattico e Vincenzo Marando
prodotto da: Jump Cut, EiE Film, Chocolat e Restart
in coproduzione con: HRT Croazia
con il sostegno di: Hydro Dolomiti Enel, Comune di Valdaone e Trentino Film Commission
e con il sostegno di: Comunità delle Giudicarie, Iniziative e Sviluppo soc. coop. e Zadar Film Commission

La storia di dodici «ragazze» ottantenni di un paesino di montagna che per poter andare al mare per la prima volta, sfidano i reumatismi, le paure e la crisi economica. Un viaggio all’interno di una comunità di sole donne disposte a tutto per mettere i piedi nell’acqua, anche a posare per un calendario.

Il film

A Daone, un paesino freddo e selvaggio, sospeso fuori dal tempo tra le montagne, un gruppo di “ragazze” ottantenni sta facendo una riunione al circolo femminile “Il Rododendro”. Una riunione importante perchè quest’anno per via della crisi, il circolo non ha i fondi per organizzare la tanto desiderata gita annuale per festeggiare i venti anni del circolo. 
Una gita speciale perché per la prima volta molte delle ragazze del circolo potranno vedere il mare. Inutili i tentativi di recuperare i fondi con i ricami fatti a mano, torte e polente alle sagre di paese. Erminia, la presidentessa del circolo, una settantenne dalla guida e carattere sprint, insieme alle sue fedelissime Armida, la miglior ballerina di liscio del paese e Iolanda, miss torta di mele, ha un’idea su come recuperare i fondi per la gita: ma se anche loro realizzassero un calendario da vendere porta a porta a Natale come il gruppo dei pompieri del loro paese? Ma che calendario? Servono molti soldi per quella gita al mare e il calendario dovrà essere qualcosa di unico e speciale, un calendario pregno di energia, di voglia di libertà e di fuga dalla montagna. 
Alcune ragazze del circolo non sono convinte di fare il calendario, altre credono che non basti venderlo porta a porta. L’arrivo di un giovane fotografo dalla città, Massimo, porterà scompiglio ed emozione tra le ragazze. Insieme a lui decideranno di realizzare un calendario speciale, qualcosa di unico: un calendario sui loro sogni. Il tredicesimo mese di quel calendario sarà il loro sogno comune, quello di andare a vedere il mare. 
I sogni però sono duri da realizzare, e le vendite del calendario vanno malissimo. In paese non molti sembrano apprezzare lo sforzo di queste nonne ribelli, c’è anche chi le considera un po’ matte. Con l’arrivo della primavera, a credere nel sogno del mare sono rimaste in poche. Sia per i pregiudizi dei compaesani, sia per il flop del calendario, il gruppo delle Funne si sfascia. 
E proprio quando anche la fiducia delle più testarde comincia a vacillare, accade l’inaspettato. Con l’aiuto di un nipote appassionato di tecnologia, le Funne tentano il tutto per tutto: una campagna di crowdfunding mai vista 


Teaser


Note di regia

Le ho incontrate per caso o loro hanno incontrato me. E mi sono innamorata delle ragazze che sognavano il mare. La maggior parte di loro, il mare non lo ha mai visto, se non in televisione o in qualche cartolina sbiadita. La loro vita è sempre stata lì, in quel piccolo paesino sperduto tra le montagne, con i mariti a lavorare in miniera, crescendo i figli a croste di polenta e a mungere vacche in gelidi inverni.
I soli momenti di emancipazione e di gioia sono stati quei balli e canti proibiti, nelle piccole sagre di paese. Ma le ragazze che sognavano il mare hanno una cosa speciale, un'energia e una forza che deriva da quelle montagne dure che fanno paura solo a guardarle. Quelle montagne le hanno rese forti e indistruttibili e le hanno aiutate a non avere paura di nulla, a non aver paura dei propri sogni. Eccole lì, nel loro circolo, a organizzare attività, feste e balli, giocare a tombola e a parlare del sesso degli angeli, ma anche di come sarebbe bello comprarsi un vestito elegante e andare ad una serata di gala, magari a Venezia, ma con un pezzo di polenta nella borsetta, che non si sa mai.

Katia Bernardi